Una short mobility all’insegna della commozione. Scorci tedeschi e tante lacrime attraverso gli occhi di noi docenti.

Queste righe derivano da quanto vissuto la scorsa settimana, in occasione della quale abbiamo affiancato otto studenti del Cannizzaro coinvolti nella mobilità breve presso la cittadina di Bünde, in Germania. Adesso che gli influssi dell’itinerario sono ancora vividi nella memoria, ne approfittiamo per condividerne l’intensità e la bellezza con l’obiettivo di renderla tangibile anche per il resto della comunità rhodense. Malgrado i limiti di spazio che questa tipologia di articoli inevitabilmente comporta, ci auguriamo di fornire ai lettori un ritratto quanto più fedele e sentito possibile.

La natura avventurosa della nostra esperienza si è palesata già dal momento iniziatico: il viaggio stesso. Nel rispetto delle green mobility implementate per ridurre le emissioni di CO2, siamo giunti a destinazione in treno, il che ha comportato tredici ore di tragitto e due cambi. Non la si può definire una trasferta leggera, ma l’entusiasmo ci ha permesso di cogliere l’occasione del tragitto per ammirare i nuovi paesaggi e, cosa più importante, per socializzare. Malgrado la fisiologica stanchezza, i nostri studenti hanno affrontato la giornata col sorriso e sono riusciti a costruire una buona interazione fin da subito; un ottimo punto di partenza per la settimana di team work che avrebbero vissuto nei giorni a venire.

La permanenza si è rivelata, come si suol dire, breve ma intensa. In sette giorni c’è stato modo di carpire molto della realtà teutonica, grazie soprattutto al nutrito programma che il Gymnasium am Markt Bünde ci ha proposto. Le attività schedulate orbitavano intorno al tema dell’inclusione sociale, declinato sottoforma di laboratori interattivi e visite guidate per la sensibilizzazione al rispetto e alla tutela della diversità. Le occasioni conviviali, tra l’altro, non sono mancate nemmeno a tavola, a dimostrazione del fatto che il cibo non nutre soltanto il corpo, ma anche le connessioni umane e culturali. Per chiudere in bellezza, merita una menzione particolare il farewell party organizzato nei locali dell’istituto in vista del nostro rientro in Italia. Una volta giunti alla caffetteria della scuola, abbiamo avuto modo di toccare con mano il risultato di questi sette giorni di “convivenza”: un’atmosfera di grande affiatamento e intesa, che ha unito tutti gli studenti coinvolti come se fossero parte di un’unica, grande famiglia.

Alla fine della nostra permanenza, tutto questo susseguirsi di forti emozioni è culminato in lacrime da parte di molti, studenti e non. Lacrime di gioia per quanto condiviso, lacrime di commozione per la prospettiva di doversi separare e tornare alla propria routine… E, soprattutto, lacrime di gratitudine per quanto il progetto Erasmus è stato in grado di donarci: l’immagine di un’Europa autentica, unita, che per tutti ha il profumo di casa. Come docenti e come persone, testimoniare un tale prodigio vale molto più di tutte le lezioni del mondo.

di Lorenza Astolfi e Angela Spanò,

Insegnanti e componenti del team Erasmus dell’ITIS “S. Cannizzaro”.

Rho, 13 febbraio 2024

Delegazione Erasmus+ a Bunde